Un’impalcatura sostiene la crescita
del seno nuovo e naturale
Si sperimenta un metodo di ricostruzione dopo la mastectomia. Una coppa e un gel per aiutare l’azione delle staminali del grasso
MILANO - Un seno nuovo, dall'aspetto naturale, praticamente perfet to, «ricresciuto»: lo promette una nuova tecnica messa a punto dall'Istituto di microchi rurgia di Melbourne, in Austra lia. La tecnica, dopo essere sta ta provata con successo nei ma iali, sta per essere sperimenta ta su pazienti vere alle quali è stato tolto il seno a causa di un tumore. Le prime ad andare sotto il bisturi, nelle prossime settima ne, saranno cinque donne che nel giro di sei-otto mesi do vrebbero poter riavere un seno pieno e per nulla artificiale. Ciò grazie a un'impalcatura speciale che i chirurghi impian teranno sotto la pelle: una spe cie di coppa sagomata a forma del seno che si vorrà avere, ben coperta da uno speciale gel derivato da cellule muscola ri che stimola la crescita del tes suto adiposo. Nella camera creata sotto la coppa i chirurghi inseriranno infatti circa due dita di grasso preso da un'altra sede corpo rea, collegato ai vasi sanguigni dell'ascella perché possa rice vere nutrimento e crescere gra zie alle staminali al suo inter no. Nel giro di qualche mese tutta la camera si riempirà di grasso e l'impalcatura potrà es sere eliminata. Entro breve tempo, peral tro, lo «scheletro-guida» do vrebbe essere realizzato in ma teriali biodegradabili, elimi nando anche la necessità del secondo intervento per toglier lo.
TRE ANNI PER I PRIMI RISULTATI - «L'idea è ottima — commen ta Francesco D'Andrea, segreta rio della Società italiana di chi rurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, che sta conducendo esperimenti simili sui ratti —. Credo che questo sia il futuro della chirurgia plastica del se no e non solo: grazie alle capa cità delle staminali e a impalca ture tridimensionali sempre migliori sarà possibile ricostru ire veri pezzi di ricambio. Rea lizzare sagome tridimensionali coerenti a ciò che si vuole otte nere, in materiale biodegrada bile, non è però semplicissimo e bisognerà vedere la loro riuscita nei test sull'uomo. Inol tre, bisogna essere certi che valga la cosiddetta inibizione da contatto, un fenomeno na turale per cui la crescita di un tessuto si arresta quando lo spazio libero è stato colmato». In caso contrario c'è il pericolo di una ricrescita incontrollata, e se così fosse il rimedio sareb be peggiore del male. Anche per questo Wayne Morrison, il medico che ha ideato il siste ma, ha spiegato che occorre ranno tre anni per avere risul tati definitivi e poter portare nella clinica il metodo, che poi fra qualche anno potrebbe es sere esteso alle donne che vo gliono un seno più grande per motivi soltanto estetici.
LE TECNICHE DI OGGI - Per adesso, si continua a sce gliere fra le classiche protesi ar tificiali o il riempimento «sem plice» con tessuto adiposo e staminali del grasso, preso do ve ce n'è di troppo. Quest'ulti ma tecnica, poco invasiva (per aspirare l'adipe e iniettarlo do ve serve basta una siringa) si sta affermando per ricostruire il seno dopo un tumore, come è emerso nei giorni scorsi a Fi renze, al congresso Attualità in Senologia. «Nelle unità di seno logia avanzate, accanto all'on cologo c'è sempre il chirurgo plastico, che corregge il difetto estetico provocato dall'opera zione — dice Luigi Cataliotti, direttore della Breast Unit dell' ospedale Careggi di Firenze —. Oggi in 3 casi su 4 non si toglie tutta la mammella, ma solo il tumore, con un intervento con servativo: perciò riempire il vuoto e rimodellare i contorni con tessuto adiposo è una scel ta sempre più frequente». Ma gari con le nuove tecniche che consentono di aumentare la quantità di cellule staminali reinserite: da due anni a Firen ze si impiega un metodo — usato finora su circa ottanta donne — che "concentra" le staminali del grasso senza passaggi in laboratorio. «Iniettare un maggior numero di stami nali significa ottenere un risul tato più stabile — spiega Clau dio Calabrese, chirurgo plasti co della Breast Unit di Careggi —. Si riduce infatti l'entità del riassorbimento del grasso tra piantato, purtroppo inevitabi le, perché le staminali ricostru iscono un ambiente circostan te 'accogliente' e naturale: sti molano la creazione di nuovi vasi che colonizzano il trapian to, ricreando così un tessuto vi tale ».
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