giovedì 16 settembre 2010

Dal chirurgo prima delle nozze

  Con piacere riporto un articolo interessante trovato sulle pagine di tgcom


Dal chirurgo prima delle nozze

Il ritocco? Ora è anche prematrimoniale

Il giorno del matrimonio tutto deve essere perfetto. A cominciare dall'aspetto degli sposi, desiderosi di mostrarsi al meglio. E vista l'età sempre più tarda in cui si arriva al fatidico sì, per non parlare di chi è alle seconde nozze, un passaggio dal chirurgo plastico o dal medico estetico diventa un passo compiuto sempre più di frequente dalla felice coppia. Una tendenza tutta americana, ma ormai diffusa anche nel nostro Paese, che ha addirittura un nome ad hoc: la "wedding surgery".  Ecco come pianificare l'intervento e quali sono le ultime novità nel campo.

Innanzi tutto, quali sono gli interventi più richiesti? Le future mogli desiderano spesso un seno più pieno, mentre gli uomini puntano soprattutto ad addominali scolpiti. "Oggi spesso si rinuncia alla villa lussuosa o al viaggio oltreoceano ma non ad apparire perfetti il giorno del matrimonio. - spiega il dottor Alfredo Borriello, direttore dell'unità operativa di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Pellegrini di Napoli - Uno dei motivi che ha portato alla nascita di certe tendenze è il fatto che si tende a sposarsi sempre più tardi e quindi quando non si ha più la freschezza dei vent'anni". Gli sposi generalmente si presentano dal chirurgo in coppia e non separatamente, anche nei casi di seconde nozze, ormai sempre più numerose. In situazioni di questi tipo gli interventi richiesti sono diversi e riguardano soprattutto le parti intime o la blefaroplastica. Una buona cliente del chirurgo estetico è anche la mamma della sposa o dello sposo: il matrimonio è un evento sociale che riguarda tutta la famiglia tanto che la wedding surgery coinvolge spesso anche le suocere, a caccia di un "ritocchino" di ringiovanimento, in grado di cancellare qualche ruga o restituire un sorriso incorniciato da labbra più turgide, per sembrare giovani e in forma.

L'importante è mettere in calendario l'intervento con qualche accortezza, scegliendo correttamente i tempi. In caso contrario si rischia di arrivare all'altare con i segni dell'operazione. Il dottor Alfredo Borriello consiglia di "programmare la data dell'intervento dai 6 ai 3 mesi prima in base, ovviamente, alla tipologia dell'intervento a cui ci si deve sottoporre".

Per chi desidera rinfrescare il viso senza interventi troppo invasivi e soprattutto senza ricorrere a tecniche troppo intrusive, ci sono molte nuove tecniche, tra cui quella della "soft restoration", una metodica nuova che combina i tradizionali filler con innovative microcannule flessibili, limitando al massimo l'uso degli aghi. In questo modo i lineamenti dell'intero viso vengono rimodellati senza ricorrere a mille fastidiose punture, in poco tempo, e senza timore di postumi dolorosi. Una tecnica adatta, ovviamente, non solo agli sposi, ma che grazie ai tempi rapidi di recupero offre una valida alternativa di ringiovanimento a chi preferisce la medicina estetica alla chirurgia. "Una novità rilevante -commenta Patrizia Gilardino, chirurgo plastico di Milano socio del Sicpre, la Società italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica-. Fino a oggi, per intervenire con i filler su tutto il viso era necessario praticare più iniezioni, in molti punti diversi. Il nuovo strumento permette invece di fare poche punture, funzionali a introdurre sottopelle delle cannule che vengono poi direzionate nelle zone desiderate".

La soft restoration è una soluzione adatta per chi accusa i primi segni dell'età: "La consiglio soprattutto alle donne che hanno superato i 45 anni e desiderano continuare ad avere un viso fresco e giovane", suggerisce la dottoressa. Come funziona? L'intervento si effettua in ambulatorio e dura 30-40 minuti. Il medico pratica con l'ago pochi fori d'ingresso, due o tre per lato, e poi inserisce le microcannule, lunghe e flessibili. Con queste va a raggiungere le zone che hanno bisogno di essere riempite con i filler di acido ialuronico, contenenti un anestetico locale. Il materiale morbido e la punta arrotondata delle cannule sono delicati su tessuti e capillari e non lasciano traumi ed ecchimosi, tanto che dopo il trattamento è subito possibile riprendere le proprie attività: "Normalmente dopo due giorni di modestissimo gonfiore si può già ammirare l'effetto definitivo, che dura anche un anno", assicura Gilardino. "L'importante è rivolgersi a specialisti qualificati: si tratta infatti di un intervento che deve essere eseguito da mani esperte per evitare complicazioni o spiacevoli effetti collaterali